Parliamone
Parliamone
Ho deciso di evidenziare in questo spazio gli argomenti che attirano la mia attenzione sperando di fare cosa gradita nel metterli in evidenza.
News e Cose interessanti
Commento di Tiziano Pieretti, Vice presidente associazione e presidente sezione carta e cartotecnica Confindustria Toscana Nord:
"Siamo stati buoni profeti: da oltre 15 anni formiamo persone in grado di lavorare nei nostri stabilimenti, dove ormai l'entry level (livello iniziale di scolarizzazione richiesto anche per i profili più bassi di impiego) impone di avere già una formazione ulteriore e specificamente indirizzata. Certo, poi la crescita successiva è tutta in azienda e da acquisire "sul campo", con tempi proporzionati alla difficoltà della mansione; ma questo di oggi è un buon ulteriore primo passo. Lo consente la radicata collaborazione fra scuole, università, imprese, agenzie formative. Più facce della stessa medaglia: indurre un costante confronto sui fabbisogni delle aziende e sui contenuti da dare alla professionalizzazione dei nostri futuri addetti da una parte; e guardare alla promozione umana e culturale dei ragazzi, propria della scuola, dall'altra. Formazione al lavoro e cultura non sono antitetiche, ma si valorizzano a vicenda. ".
I dati delle rilevazioni del Centro studi di Confindustria Toscana Nord: volano moda e nautica, bene carta e cartotecnica
Saluto e Introduzione
Stamani (20 aprile) in un convegno in San Francesco gli attori del progetto hanno fatto il punto sulla formazione
In Europa costerà molto di più alle imprese (e ai consumatori) inquinare l’atmosfera, con i vapori di CO2. Chi ‘decarbonizza’ di più si guadagnerà l’affetto imperituro dei posteri, sempreché, nel frattempo, non abbia mandato alla malora la sua economia.
‘Vasi comunicanti’ il ‘cane che si mode la coda’
Nel mondo globalizzato, quello che decidi di non commerciare più, lo produrranno certamente altrove. Vale con le sanzioni, che se le applica l’Europa, qualcuno in qualche altro continente ci sostituirà sul mercato. E vale per l’inquinamento dove, se lo riduci in casa ad alti costi, altri, con carbone e petrolio a basso costo moltiplicheranno emissioni e concorrenza.
Il problema è molto semplice, ma angosciante nello stesso tempo. Le energie rinnovabili ancora non sono concorrenziali con quelle fossili. E la spinta virtuosa verso le rinnovabili, nell’immediato può avere effetti collaterali non sempre accettabili da tutti. Primo, la catena di formazione dei prezzi si carica di un costo aggiuntivo, alimentando l’inflazione. Due, si rischia la delocalizzazione delle imprese, in nome della ‘decarbonizzazione’.
BRUXELLES - Nel 2021 le emissioni delle attività economiche Ue sono state inferiori di oltre un quinto rispetto al 2008. Secondo Eurostat l'anno scorso le emissioni di gas a effetto serra sono state pari a 3,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente, il 22% in meno rispetto al 2008. Per l'Italia il calo nello stesso periodo è stato di oltre il 36%. In termini assoluti, il taglio di emissioni più significativo a livello Ue si è avuto nel settore energia, seguita dal manifatturiero, e dai consumi delle famiglie. In termini relativi, la maggiore diminuzione è stata registrata nel settore minerario e estrattivo (-42%), seguito dalla fornitura di elettricità, gas, vapore e aria condizionata (-39%) e manifatturiero (-23%).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
ULTIMO AGGIORNAMENTO: 21 dicembre 2022 13:23
Più 2 per cento: ecco il dato sulla crescita della produzione industriale in provincia di Lucca nel 2022, numeri superiori al valore nazionale che si è fermato all’1,3%. I numeri, raccolti dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, sono stati presentati ieri durante una conferenza stampa a cui hanno preso parte il presidente Daniele Matteini, insieme al direttore Marcello Gozzi, a Enrico Mongatti del Centro studi e a Tiziano Pieretti, vicepresidente di Confindustria Toscana Nord, Giorgio Bartoli del consiglio di presidenza, Giovanni Gambini, del consiglio generale e Oliviero Del Debbio, vicepresidente Ance Toscana Nord.
Se il 2022 è stato un anno difficile, caratterizzato da spinte contrapposte ma nel quale l’economia lucchese ha dato ancora una volta la riprova della sua solidità, per Confindustria il 2023 dovrà essere l’anno per costruire le basi del rilancio. La fiducia, nonostante le difficoltà, non manca.
"L’industria di Lucca, Pistoia e Prato – ha dichiarato Matteini – ha dimostrato ancora una volta tutta la sua capacità di lavorare bene ed efficacemente. Come è accaduto durante e subito dopo le fasi più acute della pandemia, così nel 2022 segnato dalla guerra e dai gravi squilibri dei costi energetici, di materiali e servizi, tutti i soggetti impegnati in azienda, imprenditori, figure manageriali, lavoratori, hanno saputo gettare il cuore oltre gli ostacoli e interpretare al meglio i rispettivi ruoli. E’ stata ed è molto dura, comunque. L’ultimo scorcio del 2022 ha segnato almeno per alcuni settori un rallentamento, che sembra confermarsi anche per questi primi mesi del 2023".
"L’inflazione è oggi forse il nemico numero uno, col suo potere di freno dei mercati; ma anche il capitolo gas ed energia elettrica non può certo dirsi chiuso solo perché siamo giunti a una relativa stabilizzazione, oltretutto, non va dimenticato, su livelli almeno tripli rispetto al punto di partenza. Men che meno possiamo sentirci tranquilli con una guerra in corso, tragica, destabilizzante e priva, ad oggi, di prospettive di risoluzione. Le prospettive, comunque, al netto di queste gravi incertezze, sono relativamente positive: se non prima, dopo l’estate dovremmo assistere a una ripresa consentita dal contenimento dell’inflazione".
Per il numero uno di Confindustria, occorre che a livello di politiche industriali, energetiche, fiscali, creditizie, di utilizzo dei fondi PNRR, non si compiano sbagli, né per valutazioni errate né per omissioni. Senza dimenticare la "croce" delle infrastrutture. "Non si vedono opere importanti da decenni – ha aggiunto – l’unica eccezione pare essere il raddoppio ferroviario e in questi anni la politica non è riuscita a garantire sviluppi: serve essere un interlocutore affidabile". Quello dell’intervento pubblico è un tema affrontato anche da Del Debbio, a nome dei costruttori. "C’è stata una ripresa – ha spiegato – grazie ai lavori privati legati al bonus. Un’ottima occasione può arrivare dalle case green, ma ci vuole programmazione e non si può addossare tutto ai privati. Ci sono tanti lavori pubblici con il PNRR ma i tempi sono strettissimi per snellire il codice degli appalti".